LACUS CURTIUS

  Nei pressi della Colonna di Foca si può vedere un'area trape-
  zoidale dove sono conservati i resti di tre pavimentazioni 
  della piazza; guardando quest'area dal lato delle colonne 
  onorarie si possono riconoscere le seguenti pavimentazioni:
  si possono riconoscere due pavimentazioni in travertino, una
  di epoca augustea, l'altra di epoca cesariana, mentre la pavi-
  mentazione in tufo è di epoca repubblicana. Sotto alla tettoia 
  moderna si può notare un basamento in tufo di forma dode-
  cagonale risparmiato intenzionalmente dalle pavimentazioni
  e quindi anteriore alle sistemazioni dell'area.
  L'area un tempo era una palude e rimase tale fino all'epoca 
  di Augusto. Il nome Curtius sembra sia derivato da due 
  storie: la prima narra di un cavaliere romano, Marco Curzio, 
  che si sarebbe gettato in una voragine situata nella zona per
  sacrificarsi agli dei; la seconda leggenda narra invece di un 
  capo sabino, Mezio Curzio, che sarebbe caduto con il cavallo
  sempre in una voragine nell'area. Nella realtà la storia era di-
  versa; il nome derivò infatti dal quello del console Gaio Cur-
  zio che nel 445 a.C., per ordine del Senato, fece recintare il 
  luogo perché colpito da un fulmine che avrebbe aperto una 
  voragine.

VERSIONE SOLO TESTO

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