ARCO DI COSTANTINO

  Situato tra il Colosseo e l'Arco di Tito sulla strada romana 
  percorsa per i trionfi, l'Arco di Costantino è il più grande 
  arco onorario giunto fino a noi.
  L'arco venne eretto per celebrare il trionfo dell'imperatore 
  Costantino su Massenzio dopo la battaglia di Ponte Milvio
  avvenuta il 28 ottobre del 312 d.C. e venne solennemente de-
  dicato dal Senato a Costantino il 25 luglio del 315 d.C. in ri-
  cordo della vittoria e in occasione dei decennalia dell'Impe-
  ro. L'iscrizione situata sopra il fornice centrale recita le se-
  guenti parole: All'imperatore Cesare Flavio Costantino Mas-
  simo Pio Felice Augusto, il Senato e il Popolo Romano, 
  poiché per ispirazione divina e grande saggezza con il suo 
  esercito e con giuste armi ha liberato lo stato dal tiranno e da
  ogni fazione, dedicarono un arco  decorato di rappresenta-
  zioni trionfali.
  L'iscrizione in precedenza citata è riportata su entrambe i lati
  ed è da notare alla terza riga le parole instinctu divinitatis che
  è stato ricollegato all'apparizione della croce a Costantino.
  Il monumento venne sottoposto a restauri e a diversi studi fin
  dalla fine del Quattrocento e nel 1733 ha avuto dei consisten-
  ti lavori di integrazione delle parti mancanti.
  Si tratta di un arco a tre fornici (quello centrale, che è il più 
  grande, è lungo 6,5 metri e alto 11,45) inquadrati sulle due
  facciate da quattro colonne corinzie su alti plinti e addossate
  alle pareti, sormontate da una ricca trabeazione al di sopra 
  della quale è situato un attico a una altezza di 25 metri, e 
  scandito in tre settori da statue di prigionieri barbari. 
  L'intero arco è decorato da sculture per la maggior parte 
  provenienti da monumenti di epoche precedenti (età di 
  Traiano, di Adriano e di Commodo) andati probabilmente
  distrutti per gli incendi del 283 e del 307 d.C. Vennero riuti-
  lizzati anche altri elementi come colonne, capitelli, cornici e
  altro.
  Sono riconducibili all'epoca della costruzione dell'arco (età
  costantiniana) le seguenti sculture situate sulle due facciate:
  quelle situate sui plinti delle colonne (1) scolpiti sui tre lati 
  che ritraggono delle Vittorie; quelle presenti sugli archivolti
  del fornice centrale (2) sempre ritraenti delle Vittorie; quelle
  sugli archivolti dei fornici minori (3) che ritraggono divinità 
  fluviali; quelle presenti sulle chiavi degli archi (4), con figu-
  re allegoriche sfortunatamente molto rovinate; quelle presen-
  ti sulle pareti interne dei fornici minori, con 8 grossi busti di 
  imperatori in rilievo anche questi rovinati; quelle presenti 
  sopra gli stessi fornici minori e, alla medesima altezza, sui 
  due lati corti (5-10), con sei lunghi pannelli che illustrano la 
  campagna contro Massenzio. In questi, iniziando dal lato cor-
  to occidentale (verso il Palatino), si susseguono i seguenti 
  episodi: partenza dell’esercito di Costantino da Milano (5), 
  assedio di Verona (6), battaglia di Ponte Milvio (7), entrata di 
  Costantino a Roma (8), discorso di Costantino dai Rostri del
  Foro Romano (9), distribuzione di denaro al popolo nel Foro 
  di Cesare (10). Sui due lati corti sono infine di epoca costanti-
  niana i due tondi con la rappresentazione della Luna, nel lato
  ovest (11), e del Sole, nel lato est (12). Appartengono invece 
  all'età di Traiano, provenienti dal Foro di quell'imperatore: le
  otto statue di Daci prigionieri (con le teste rifatte nel Settecen-
  to) nell'attico sui plinti sopra le colonne (13-20), i due pannelli
  sui lati minori dell'attico con scene di battaglia (21-22) e gli 
  altri due che sono all'interno del fornice centrale (23-24), tutti
  e quattro appartenenti a un unico grande fregio (alto circa 3 
  metri e in origine lungo oltre 35) che forse decorava l'attico 
  della Basilica Ulpia. Appartengono all'età adrianea, forse 
  provenienti da un arco quadrifronte, gli otto tondi (25-32), 
  alti più di due metri,  che rappresentano: nella facciata meri-
  dionale, la partenza per la caccia (25), un sacrificio a Silvano
  (26), la caccia all’orso (27), un sacrificio a Diana (28); nella 
  facciata settentrionale, la caccia al cinghiale (29), un sacrificio
  ad Apollo (30), la caccia al leone (31), un sacrificio ad Ercole 
  (32). In questi rilievi, che debbono riferirsi a episodi reali, ap-
  pare Antinoo ragazzo e poi giovane mentre le teste di Adriano
  sono state rilavorate al momento della costruzione dell'arco e
  trasformate in ritratti di Costantino, nelle scene di caccia, e del 
  suo collega Licinio, nelle scene di sacrificio (i due ultimi sono 
  ancora incorniciati da lastre di porfido andate invece perdute 
  attorno agli altri). Sono infine dell'età di Commodo e prove-
  nienti (insieme ad altri tre che si trovano nel Palazzo dei 
  Conservatori) da un arco onorario dedicato a Marco Aurelio,
  gli otto pannelli dell'attico (alti più di tre metri) ai lati del-
  l'iscrizione (33-40) che rappresentano episodi relativi all'im-
  pero di Marco Aurelio (con le teste dell’imperatore rilavorate
  nel Settecento): nella facciata meridionale, presentazione di 
  un capo barbaro all’imperatore (33), prigionieri condotti da-
  vanti all’imperatore (34), discorso dell’imperatore ai soldati 
  (35), sacrificio nell’accampamento (36); nella facciata setten-
  trionale, arrivo a Roma dell’imperatore (37), partenza da 
  Roma dell'imperatore (38), distribuzione di denaro al popo-
  lo (39), resa di un capo barbaro (40).

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