Situata nei pressi del Tempio dei Castori, l'area venne dedicata alla ninfa Giuturna,
sorella del leggendario re Turno, per la sorgente che vi si trovava e che venne
identificata con la ninfa stessa.
Le acque della sorgente venivano raccolte nel bacino ancora ben conservato che
venne ricostruito verso la fine del II secolo a.C. Tale bacino è rivestito in marmo,
copertura risalente all'età traianea, ed è di forma quasi quadrata.
Al centro ha un basamento sul quale si trovavano le due statue dei Dioscuri, data-
bili per la fine del II secolo a.C. (periodo dei lavori di ricostruzione del Lacus), di
cui rimangono solo dei resti che sono attualmente conservati presso l'Antiquarium
Forense; il posizionamento di tali statue era dovuto alla leggendaria apparizione
dei gemelli presso la fonte presso la quale si sarebbero fermati per far abbeverare i
cavalli mentre davano al popolo la notizia della vittoria romana presso il Lago
Regillo contro i Latini (499 a.C.). Presso il bordo del bacino si trova il calco di un'ara
di epoca traianea dove sono rappresentati in rilievo i due Dioscuri, Giove con Leda
e Giuturna (la rappresentazione originale si trova presso l'Antiquarium Forense).
Non molto lontano dal bacino si trova un insieme di piccoli monumenti anch'essi
dedicati alla ninfa Giuturna: un'edicola probabilmente costruita in età traianea
(quella che si può vedere è una ricostruzione con parti originali); un pozzo con
doppia iscrizione di Marco Barbazio Pollione (edile curule ai tempi di Augusto) e
infine i resti di un altare probabilmente di età severiana, dove sono presenti figure in
rilievo che riproducono Turno e la sorella Giuturna (anche questo originale è situato
presso l'Antiquarium Forense).