BASILICA FULVIA-EMILIA

  Situata tra il Tempio di Antonino e Faustina e la Curia Giulia,
  la basilica Fulvia-Emilia venne fatta costruire nel 179 a.C. 
  dai censori Marco Fulvio Nobiliore e Marco Emilio Lepido 
  (il nome della basilica deriva dai loro nomi gentilizi) su una 
  precedente costruzione. 
  In epoca tardo-repubblicana l'edificio venne ripetutamente 
  restaurato da parte di membri della famiglia Emilia; uno dei
  restauri più famosi è da attribuire al console Marco Emilio 
  Lepido (stesso nome del precedente) nel 78 a.C. che fece rea-
  lizzare una facciata sul Foro ornata dei ritratti dei suoi ante-
  nati, oltre ad aggiungere delle colonne di marmo africano 
  per il colonnato interno. Vennero effettuati altri lavori com-
  missionati da membri della famiglia Emilia ma con aiuti eco-
  nomici di altri: nel 54 a.C. i lavori vennero effettuati con fi-
  nanziamenti da parte di Cesare; i lavori del 22 d.C. vennero 
  svolti tramite l'intervento di Tiberio. L'ultimo restauro venne 
  compiuto intorno alla prima metà del V secolo d.C. a causa 
  dei notevoli danni subiti per un incendio (da ricollegare con
  il sacco di Roma del 410 d.C).
  Sebbene più volte modificata, la basilica Fulvia-Emilia è 
  l'unico edificio di questo tipo di epoca repubblicana.
  I tre ingressi alla basilica si aprivano sul Portico di Gaio e 
  Lucio Cesari. Verso il lato corto occidentale, sotto una tettoia
  moderna sono presenti alcuni resti della vecchia struttura 
  della basilica: si tratta del muro di fondazione e dei basamenti
  delle colonne in blocchi di tufo; queste fondazioni mostrano 
  che la basilica all'inizio era a tre navate, con i colonnati che 
  delineavano le navate laterali posti sull'asse dei colonnati 
  successivi (restauro del 78 a.C.). La struttura attuale è invece a 
  quattro navate con due navate minori sul lato nord e una sul 
  lato sud, mentre la navata centrale (la più grande) aveva un 
  piano rialzato dove si trovavano dei grandi finestroni in grado
  di illuminare la parte interna. Molto importanti sono il pavi-
  mento con lastre di marmo databile dopo l'incendio del 14 a.C.
  e i rilievi di epoca tardo-repubblicana, con scene mitiche col-
  legate alle origini della città e alla famiglia Emilia, che orna-
  vano l'architrave della navata centrale in tutta la sua lunghezza 
  (185 metri) di cui rimangono solo pochi frammenti conservati 
  nell'Antiquarium Forense (il calco di una parte di questo ri-
  lievo si trova presso l'angolo nord-est dell'edificio vicino al 
  Tempio di Antonino e Faustina).

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